Il presente Codice di condotta è redatto ai sensi e nel rispetto della normativa di cui all’art. 16 del D.lgs. n. 39/2021, quale atto predisposto a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione.
Esso si applica:
a tutte le persone che rappresentano e/o dirigono Max Club Associazione Sportiva Dilettantistica (di seguito denominata “Associazione”);
ai relativi associati/soci;
ai relativi collaboratori, siano essi retribuiti o volontari;
e a qualunque altro individuo o organizzazione che abbia relazioni di carattere formale/contrattuale con l’Associazione.
Gli impegni assunti
Il Codice di condotta prevede l’assunzione dell’impegno a rispettare il Modello organizzativo e di controllo adottato con delibera del Consiglio Direttivo il 28/08/2024 al fine di:
promuovere un ambiente di apertura all’ascolto, in relazione a questioni che riguardano la loro tutela, per facilitare l’esposizione di problematiche e/o segnalazioni circa atti discriminatori o presunti abusi;
assicurare la condivisione e diffusione di un senso di responsabilità comune tra i membri dello staff, in materia di discriminazioni, tutela di bambini, bambine e adolescenti e persone adulte;
incoraggiare le persone di minore età ad esporre problemi e preoccupazioni;
rendere coscienti i genitori o i tutori dei diritti di bambini, bambine e adolescenti, di ciò che è accettabile o inaccettabile e su cosa fare se sorge un problema;
essere chiari verso genitori e tutori circa l’atteggiamento professionale che potranno aspettarsi dai collaboratori dell’Associazione, nonché dai relativi rappresentanti e chiarire nel dettaglio cosa si può fare in caso di problematiche relative ad abuso su bambini.
Tutti collaboratori – volontari e retribuiti – ed i dirigenti dell’Associazione e delle organizzazioni affiliate non devono pertanto mai:
colpire, assalire fisicamente o abusare fisicamente o psicologicamente di una persona;
impegnarsi in attività sessuali o avere un rapporto sessuale con individui di età inferiore ai 18 anni, indipendentemente dalla definizione della maggiore età o dalle modalità di consenso legalmente riconosciute nei diversi paesi;
avere atteggiamenti nei confronti di bambini, bambine e adolescenti che – anche sotto il profilo psicologico – possano influire negativamente sul loro sviluppo armonico e socio-relazionale;
usare atteggiamenti e linguaggi discriminatori;
escludere dalle attività sportive persone per colore della pelle, lingua, religione, nazionalità o origine nazionale o etnica, così come per convinzioni personali, sesso, identità di genere, orientamento sessuale, disabilità o altre caratteristiche personali o status ,
e non è pertanto ammesso:
punire fisicamente o mettere in atto comportamenti umilianti e degradanti nei confronti delle persone di minore età e adulte;
utilizzare modalità manipolative di bambini, bambine e adolescenti né in termini di “costrizione” psicologica né in termini di sfruttamento del talento né, tantomeno, con interventi dopanti per l’incremento della prestazione sportiva;
usare linguaggi abusivi e/o offensivi, discriminatori;
dare suggerimenti o consigli inappropriati;
comportarsi in maniera inappropriata o sessualmente provocante;
stabilire o intrattenere contatti “continuativi” con bambini, bambine e adolescenti utilizzando strumenti di comunicazione online personali (e-mail, chat, social network, etc.);
permettere a persone di minore età con cui si lavora di dormire nella propria casa senza sorveglianza e autorizzazione preventiva del proprio diretto responsabile;
dormire nella stessa stanza o nello stesso letto con una persona di minore età con cui si lavora;
fare per bambini, bambine e adolescenti cose di carattere personale che essi stessi possono fare da soli;
dare denaro o beni o altre utilità ad una persona di minore età al di fuori dei parametri e degli scopi stabiliti dalle attività;
tollerare o partecipare a comportamenti che sono illegali, o abusivi o violenti, discriminatori, inappropriati che mettano a rischio la sicurezza delle persone;
agire in modo da far vergognare, umiliare, sminuire o disprezzare bambini, bambine, e adolescenti e adulti o perpetrare qualsiasi altra forma di abuso emotivo;
discriminare, trattare in modo differente o favorire alcune persone, anche di minore età escludendone altre.
È essenziale che i collaboratori – volontari e retribuiti – ed i dirigenti dell’Associazione promuovano attività volte a:
adottare e applicare politiche di tolleranza zero nei confronti della discriminazione, anche per quanto riguarda le sanzioni, e a rispettare i principi di fair play e integrità;
esortare le autorità locali, regionali e nazionali a fornire sostegno finanziario alle associazioni e società sportive, in particolare a quelle situate in quartieri svantaggiati, e a promuovere progetti sportivi educativi;
garantire la parità di accesso allo sport per tutti e tutte:
eliminando le barriere e le discriminazioni nei confronti dei gruppi minoritari, anche per quanto riguarda le sedi e le attrezzature e l'abbigliamento;
sviluppando politiche di equità di genere e di inclusione che offrano alle donne e ai gruppi di minoranza pari opportunità di partecipazione, creando spazi sportivi accoglienti e attenti alle differenze;
creando impianti sportivi accessibili, rimuovendo le barriere architettoniche o installando elementi per le persone con disabilità, ad esempio rampe e attrezzature in Braille;
sostenendo coloro che parlano apertamente dei problemi di discriminazione e incoraggiandoli a denunciare le discriminazioni di cui sono vittime o testimoni.
In riferimento alle attività che coinvolgono minori, i collaboratori – volontari e retribuiti – ed i dirigenti dell’Associazione adottano condotte tese a:
valorizzare le capacità e le competenze dei/delle minori attraverso metodologie e didattiche partecipative e inclusive;
rispettare i peculiari e individuali “tempi di crescita auxologica e psicosociale, di apprendimento e di azione”; un diritto alla lentezza e alla velocità insieme, allo stesso tempo, nello stesso gioco;
assumere comportamenti educativi in cui ogni persona di minore età possa costruire positivamente la propria identità e la propria autostima; possa eccellere e sbagliare sentendosi comunque valorizzata; possa rischiare in sicurezza godendo della vertigine e del piacere del proprio corpo in azione;
prevedere modalità organizzative e di progettazione delle attività in cui ogni persona di minore età possa esprimere il proprio parere sulle decisioni dell’Associazione e si senta ascoltata nel momento in cui si prendono decisioni che la riguardano;
comunicare a bambini, bambine e adolescenti che tipo di rapporto si debbono aspettare di avere con le persone che collaborano con l’Associazione e li incoraggiano a segnalare qualsiasi tipo di preoccupazione;
vigilare in merito all’identificazione di situazioni che possano comportare rischi per bambini, bambine, adolescenti e adulti e che sappiano gestire;
organizzare il lavoro e il luogo di lavoro in modo tale da minimizzare i rischi di abuso e discriminazioni sulle persone;
garantire ai minori di essere sempre visibili da altri adulti, per quanto possibile, mentre lavorano con bambini, bambine e adolescenti.
Ultimo aggiornamento: 28 agosto 2024